Museo di Storia Naturale di Rosate - Sala VIII



I CANI
SOLDATO
WAR DOGS

Storia dell' English Dog
Messenger Service
1914 - 1918

seconda parte






Una scuola di addestramento per cani dell'esercito
(War Dog Training School).


Visto il successo della iniziativa il Ministero della Guerra Inglese (War Office) nominò il Colonnello Richardson direttore di una scuola di addestramento per cani dell'esercito (War Dog Training School). La scuola aveva sede a Shoeburyness, in vicinanza di un campo di artiglieria per poter meglio abituare i cani al rumore dei cannoni.



In Inghilterrra, a differenza di Francia e Germania, dove già esistevano scuole di addestramento per cani, l’unica scuola in grado di istruire cani-soldato era quella del Colonnello e gli unici cani immediatamente disponibili quelli di proprietà del colonnello. Si trattava di un gruppo di Airedales, che furono i primi cani-soldato inglesi a sbarcare in Francia.

Il Colonnello riuscì a organizzare un validissimo e rapido metodo di addestramento. Cinque settimane era il tempo medio per l'addestramento di un cane messaggero.




Dopo un mese di lavoro il Colonnello aveva addestrato altri 30 cani di varie razze, Collie, Airedales, Retriever o incroci fra queste razze.


Nei mesi successivi la scuola arrivò ad avere 500 cani ospiti contemporaneamente.

Molti cani furono arruolati in risposta a un appello del Ministero della Guerra, donati da privati o prelevati nei Canili Municipali (Dogs’ Home). Con la penuria di cibo in seguito alla guerra era sempre più difficile per un privato cittadino tenere un cane, specie se di grosse dimensioni.

Per quanto riguarda le truppe arruolate il Colonnello dice che alcuni erano buoni, altri cattivi, altri ancora solo mediocri.

E le stesse considerazioni potevano essere estese anche al personale umano, agli istruttori che dovevano poi condurre gli animali al fronte.






C’erano quindi tre branche separate di addestramento...


Oltre ad addestrare cani messaggeri, a Shoeburyness si addestravano cani per la guardia a magazzini e depositi e infine cani sentinella.




I cani messaggeri.


Telefoni, staffette portaordini, segnali ottici e piccioni viaggiatori erano i mezzi comunemente usati dall’esercito per assicurare le comunicazioni fra le varie unità schierate al fronte e nelle retrovie.

Ma in tempo di guerra le linee telefoniche erano spesso distrutte dai bombardamenti, i segnali ottici e i piccioni viaggiatori erano inutilizzabili di notte, con il fumo e la nebbia, e il terreno trasformato in una palude di fango, dove si affondava fino alla vita, e punteggiato dalle buche delle esplosioni, rendeva impossibile o estremamente lento il passaggio di soldati portaordini. I soldati portaordini inoltre erano esposti ai tiri dei cecchini, ai colpi dei cannoni e più volte trovavano la morte annegando nelle buche delle esplosioni.


Da questo nacque l’idea di utilizzare i cani per portare messaggi.

Come già avevano sperimentato i Francesi, i cani erano molto più veloci degli uomini. Impiegavano 20-30 minuti contro le 2-3 ore di un uomo.

Oltretutto, essendo di taglia più piccola e di peso minore, offrivano un bersaglio minore, erano capaci di orientarsi anche al buio e riuscivano a passare sopra questo mare di fango senza affondarvi.


A differenza dei piccioni viaggiatori, altri animali usati per comunicare, i cani ritrovavano la strada anche di notte e con la nebbia.
Un altro vantaggio vantaggio dei cani sui piccioni è che i piccioni possono lavorare solo da una base fissa, mentre per i cani è possibile muovere la loro base continuamente. Dovunque i cani hanno lasciato il loro istruttore, quella è la loro base, il posto dove ritornare. Ed era esattamente questo quello che succedeva durante una battaglia, quando le varie unità e i comandi si spostavano in continuazione e i cani riuscivano ad adattarsi senza perdersi o compiere errori.




L' addestramento dei cani messaggeri.


L’addestramento dei cani messaggeri, racconta il Colonnello, differisce da quello di ogni altro cane.
Innanzitutto il cane deve lavorare da solo, lontano chilometri dal suo istruttore. Deve sapere cosa fare e pensare come farlo. Il lavoro del cane da pastore è quello che più si avvicina ma le distanze fra cane e padrone non sono così grandi e le difficoltà non sono paragonabili.


Il cane messaggero deve essere addestrato in modo che sia fiero e felice del suo lavoro. Ogni tentativo di coercizione è fuori discussione perché non sarebbero poi utilizzabili quando il cane è distante miglia dal suo istruttore.




L’intero addestramento è basato sull’appeal (interesse e piacere).


L’animale è condotto ad associare ogni sensazione piacevole con le sue ore di lavoro e in nessun caso deve essere trattato con durezza. Se commette un errore non è mai punito ma semplicemente invitato a ripetere l’esercizio.

Nei primi giorni di addestramento al cane non è richiesto di coprire grandi distanze, ma prima di essere considerato pronto, deve essere capace di portare messaggi per 3 o 4 miglia.



Il terreno di addestramento deve essere il più vario possibile. Il cane deve essere capace di percorrere le strade carrozzabili percorse da camions e da altri veicoli, di traversare i villaggi e ogni sorta di terreno senza mai fermarsi. Non deve neppure avere paura dell’acqua o di altri ostacoli lungo la strada.

Per aiutare il cane a superare queste difficoltà si prepara ogni sorta di ostacolo artificiale lungo la strada in aggiunta a quelli che normalmente potrebbe incontrare. Reticolati di filo spinato, palizzate, recinti, fossi pieni di acqua, nubi di fumo realizzate con materiali innocui, dovrebbero essere posti lungo il suo cammino e il cane incoraggiato a superare tutti questi ostacoli a tutti i costi, in un modo o nell'altro, passandovi sopra sotto o attraverso. La scelta è lasciata al cane ma deve passare.




Racconta il Colonnello Richardson :


"La competizione fra i cani era una grande educatrice ed uno dei grandi aiuti all'addestramento.

Quando un cane comincia ad appassionarsi al suo lavoro, esso prende grande orgoglio in ogni cosa connessa al suo addestramento ed è molto dispiaciuto a vedere un altro superarlo.
I cani sono come i bambini sotto questo aspetto, commenta il colonnello. Sono contenti di mettersi in mostra e non gli piace essere superati e questi piccoli insuccessi giocano a favore dell' addestratore.

Era mia abitudine alla scuola dividere i cani messaggeri in diverse classi a seconda del loro grado di addestramento. C'era una prima, una seconda e una terza classe. Alle volte una classe veniva trattenuta nei canili, mentre le altre venivano portate all'aperto per l'addestramento. Se capitava alla prima classe, quella dei migliori, di essere trattenuta dentro, era estremamente divertente vedere l'indignazione e il disprezzo con cui venivano salutati gli sforzi dei meno addestrati."



"I cani della prima classe assistevano all'addestramento dai tetti dei canili e grida di derisione salutavano le reclute. Quando veniva il turno della prima classe di mostrare la propria bravura, grande era la presunzione di superiorità e la determinazione a mostrare quanto meglio essi sapevano fare."



Le esercitazioni.


Racconta il Colonnello:
"Per abituare i cani al rumore delle armi, il miglior metodo è di esporre la recluta a una pratica quotidiana con il fuoco dei fucili caricati a salve. Uno o due fucili sono sufficienti all'inizio e il numero può aumentare come il cane comincia ad abituarcisi."



"A Shoeburyness i cani venivano portati ogni giorno in vicinanza delle batterie, dapprima i cannoni da 18 pollici e poi a quelli più pesanti.

Occorre molta attenzione e prudenza in modo che i cani non siano eccessivamente spaventati all'inizio. Occorre procedere con gradualità. E' buona cosa dare qualche leccornia ai cani durante l'esercitazione a fuoco. I cani in genere non ci impiegano molto ad abituarsi agli scoppi delle armi da fuoco."




"Mi è stato spesso chiesto quanto tempo occorra per addestrare un cane messaggero," dice il Colonnello, ma non c'è una risposta sicura."


"Tutto dipende dal cane e dalla sua intelligenza.
Inoltre non solo la mente doveva essere istruita, ma la salute e il tono muscolare dovevano essere portati al livello più alto.

Molti dei cani inviati alla scuola vivevano prima in casa ed occorreva un certo tempo perchè potessero adattarsi alle rigide condizioni di una vita all'aperto. Inoltre c'erano ben pochi cani abituati a correre più miglia ogni giorno su ogni tipo di terreno."


In genere nessun cane lasciava la scuola prima di cinque settimane, la maggior parte richiedeva da sei settimane a due mesi per essere completamente addestrata e allenata.




Il momento dell'addestramento era grandemente atteso da tutti i cani.


I cani erano sempre molto eccitati quando venivano condotti fuori in parata dagli istruttori.
Un istruttore non doveva occuparsi di più di due cani alla volta ma, nel caso delle classi più avanzate, era qualche volta necessario, se il numero dei cani in addestramento era molto alto, che ogni istruttore badasse a tre o anche quattro cani insieme, tutti condotti al guinzaglio.



Gli ultimi venuti venivano allineati in una fila di fronte ai cani delle classi migliori ed aspettavano che tutti i cani che erano capaci di ritornare fossero partiti. Questa parata ogni mattina si dimostrò molto utile per poter ispezionare tutti i cani. Ogni segno di malattia disturbo e condizione di salute veniva notato e segnalato.

Tutti i cani erano classificati in base ai loro progressi nell'addestramento e quelli allo stesso stadio di addestramento uscivano insieme.




La prima lezione di ogni giorno era l'esposizione agli scoppi delle armi da fuoco (firing drill).


L'intero gruppo dei cani, con la sola eccezione degli ultimi arrivati, era condotto sotto una larga tettoia dove alcuni istruttori sparavano più volte con fucili caricati a salve. Era necessaria molta dolcezza. Ogni cane che si mostrava impaurito veniva subito allontanato finchè non finiva con l'abituarcisi.



I cani venivano anche addestrati a superare una fila di istruttori sdraiati a terra che sparavano con fucili caricati a salve. Venivano poi portati presso le batterie dei cannoni e abituati gradualmente agli scoppi dei cannoni.




Un'altra lezione era quella di nuoto.


In questo caso il cane doveva attraversare un canale, saltando, nuotando o passandolo a guado.

Poi c'era l'attraversamento degli ostacoli che potevano essere barricate di filo spinato, palizzate, siepi o barriere di fumo (realizzate con paglia accesa o innocue bombe di fumo).

Doppio messaggero.
Nella foto un cane messaggero trasporta una gabbia contenente piccioni viaggiatori.


In tutti questi esercizi l'animale doveva lavorare da solo, senza nessuna coercizione. Doveva volerlo fare. Era necessaria una enorme pazienza e non si poteva fissare un tempo definito per l'addestramento di un cane. Quelli che si rifiutavano erano gentilmente richiesti di ritentare l'esercizio o condotti a un esercizio più facile.

I cani amavano il loro lavoro. Facevano solo quello che potevano fare seguendo il loro istinto naturale dopo una certa quantità di istruzione per farlo emergere.

Non venivano somministrate punizioni di alcun genere. Se il cane non era in grado di eseguire bene il suo compito, veniva restituito al donatore o riportato al canile di provenienza.

Associato alla scuola c'era un piccolo ospedale dove venivano curati gli infortunati.
Perlopiù, racconta il Colonnello, si trattava di ferite da morsi ricevuti dai fratelli in armi...
Triste a dirlo, assicura il colonnello, ma fra le reclute c'era molta rivalità e competizione.



Dopo tutto questo i cani erano pronti per il lavoro di riporto dei messaggi.


L' istruzione veniva impartita due volte al giorno.

Ogni soldato prendeva al guinzaglio tre cani e li portava a varie distanze dal campo. E dopo aver inserito un messaggio con segnata l' ora in una tasca di cuoio inserita sul collare, lasciava libero il cane che tornava indietro al campo da solo. Veniva registrata l' ora di arrivo e a ogni cane venivano dati alcuni pezzi di fegato cotto.


Le distanze venivano aumentate gradualmente e nel giro di un mese un cane era in grado di ritornare da una distanza di due o tre miglia. Alcuni anche da 4 miglia.

Racconta il Colonnello: E' divertente seguire i cani che portano i messaggi senza farsi accorgere. Essi procedono ad andatura regolare, generalmente condotti dal cane migliore. Alle volte qualcosa li attrae ed essi possono fermarsi anche per un minuto. Ma il cane che conosce il suo dovere meglio degli altri non tollera ritardi e subito si allontana ed ora regola il passo a un galoppo veloce e gli altri lo seguono.

L' addestramento veniva condotto due volte al giorno per ogni cane, eccetto per i cani della prima classe che percorrevano circa otto miglia fra andata e ritorno e per cui si riteneva sufficiente una sola uscita.

Quando veniva la sera, racconta il Colonnello, essi erano pronti a cercare il quieto riposo delle loro cucce e a sentire con orgogliosa coscienza che stavano ogni giorno migliorando in un compito onorevole.


continua...







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